INTERVISTA LA NOSTRA DANZA EP

    L’uscita del nuovo EP dei Rumori dal fondo “La nostra danza” è accompagnata da un mini documentario (La nostra danza Ep Trailer)  a cura di Antonio Cantarella, regista indipendente e grande amico di Massimiliano.

    Qui sotto la versione integrale dell’ “intervista” (2010).

     

     

    A giudicare dall’ep il nuovo disco si presenta molto diverso dal vostro primo album “Imperfezioni”. Sono passati 4 anni!!! Qual è stato il percorso che vi ha portato a questa decisione?

    Massi: In quanto percorso ha i suoi tempi.
    Dopo “Imperfezioni” ci sono stati un sacco di cambiamenti anche nella mia vita che mi hanno portato dove sono ora. Questo è quello che cerco nella musica… come fanno in molti d’altronde.. un’espressione “artistica” il più fedele possibile di chi o cosa siamo.
    Il primo lavoro dei rumori dal fondo è una fotografia ben precisa di quel momento, una profonda riflessione sul nostro ruolo e sulle decisioni che prendiamo. In questi 4 anni ci sono stati un sacco di cambiamenti anche di formazione della band, abbiamo cambiato 3 bassisti e 3 chitarristi… e cosi il tempo è volato via.
    “Amanti & reduci” sarà un disco molto più vario proprio per questo motivo.
    Il lavoro sulle liriche è molto diverso, in questo nuovo lavoro volevo essere diretto. Senza peli sulla lingua riguardo ad un sacco di cose e tutto questo mi ha portato anche a trattare argomenti tendenzialmente politici.

     Tendenzialmente politici?

    M: Si, tendezialmente politici (ridendo)… ultimamente sono un pò ossessionato dalla politica e la vedo in ogni cosa.  D’altronde la situazione nel paese, ma anche nel mondo, ci porta a questo se abbiamo voglia di pensarci.
    Molti non lo fanno per comodità o per mancanza di tempo o interesse.
    In “Imperfezioni” il tema politico è stato quasi completamente ignorato in quanto le liriche erano molto narcisisticamente basate su di me… sul mio vissuto….
    In questi ultimi 4 anni, ho avuto modo di interessarmi maggiormente anche a ciò che mi circonda e la musica ha fatto il resto….

    Chi sono gli eroi di cui parli in “Conseguenze”?

    M: Gli eroi siamo noi tutti, dipende da quale parte ci si schiera.. Ognuno deve diventare il suo eroe e prendere coscienza di se! E’ un inno alla coscienza e alla ragionevolezza…
    Mi diverte molto parlare di questa canzone… mi diverte anche perchè musicalmente ci sono due stati d’animo opposti.
    La musica è molto “ariosa”, quasi allegra, mentre il testo parte un pò incazzato….

    Addirittura “rovesciamo lo stato”!!!!

    M: Mi ha detto mia nonna che è una canzone sovversiva!

     Momento gossip: il nuovo Ep si intitola “la nostra danza”: è una canzone molto bella ma anche molto malinconica. ti riferisci a una persona in particolare?

    M: Grazie per il complimento…
    No, in questo caso non ci sono riferimenti “reali”…
    È una canzone  codarda.

    mmmm….mi sa che non me la racconti giusta…

    Timidezza! Detesto la timidezza… credo che ci porti molto spesso a prendere decisioni sbagliate, o peggio, a non prenderle.

    Un’altra novità sono gli archi e anche questi mi piacciono moltissimo.

    M: Anche a me… ne sono davvero felice.
    Poco prima di registrare l’EP mi è venuta l’idea di coinvolgere Marco Dell’Acqua, un amico che suona nel quartetto Mirus e nell’orchestra Internazionale Cherubini… Lui è fantastico… io non sapevo suonasse il violoncello… lo conoscevo come chitarrista death metal, brutal, ste cose qua… diciamo non proprio in linea con quello che facciamo noi… Quando abbiamo cominciato a conoscerci meglio e ho scoperto che non era solo un chitarrista hardcore ho subito pensato di coinvolgerlo (risate)… Abbiamo anche un sacco di gusti in comune a dir la verità..
    Orchestrare le canzoni con archi è il sogno di molti musicisti. Io sono fra questi.
    Spero sia possibile molto presto rubarlo alla Cherubini e al quartetto Mirus per portarlo a fare qualche live con i rumori dal fondo! Temo non sarà molto semplice (risate).

    Parlaci della nuova formazione della band….

    M: Beh, il progetto è nato come un mio progetto solista, ma sin dall’inizio mi accompagna in questa avventura Mattia Pittella… lui ed io suoniamo insieme ormai da una vita.. credo fosse il 98… da quando Mattia si è trasferito a Milano…
    La nuova formazione comprende anche Ioska Versari alle chitarre e Gigi Marino al basso. Il loro aiuto è davvero prezioso, oltre ad essere dei validi musicisti con loro si è instaurata prima una bella amicizia e solo in seguito gli ho chiesto di unirsi a noi.
    Una cosa che amo particolarmente della nuova formazione è che siamo di 4 regioni diverse! Un bel mix di modi di fare e di ragionare (risate)

    Ho letto diverse recensioni su di voi, e la cosa che mi ha maggiormente colpito sono i riferimenti a molte band, che però sono molto diverse una dall’altra.. come vi spiegate questa cosa?

    M: È la cosa che mi fa più piacere. Io ascolto un sacco di musica diversa. Ascolto tutto quello che può stare tra Ligeti e i Modeselektor… per fare degli esempi a casaccio….
    Tutti quelli che mi conoscono sanno che sono un enorme fan dei Radiohead. Infatti la cosa che amo di loro è che ogni disco è diverso dal precedente, anche in modo drastico se ci pensi….

    Non citi nessun gruppo italiano…

    M: Amo molta musica italiana, anche gruppi recentemente saliti alla ribalta, ma trovo questa componente (quella del cambiamento di stili) fortemente radicata solo in qualche cantautore non contemporaneo o comunque non emerso di recente… per tutta una serie di motivi che non sono necessariamente artistici..

    Quindi per te la cosa più importante in un gruppo è l’evoluzione compositiva piuttosto che il genere musicale proposto?

    M: Assolutamente si. Noi siamo persone. Le persone crescono, i gusti cambiano… quando avevo 16 anni, se mi avessero fatto ascoltare un disco di elettronica mi sarei incazzato e avrei detto che quella non era musica… ora ascolto quasi solo quella! (risate)

    Dobbiamo aspettarci una svolta elettronica dei rumori dal fondo?

    M: Potrei rispondere che non lo so… ma le nuove cose che sto scrivendo vanno proprio in quella direzione.

    Hai anche dei progetti paralleli in cui usi l’elettronica..

    M: Si, per dire la verità sto facendo un sacco di cose.. Ho questo progetto parallelo che si chiama SignA insieme al mio amico Stefano Schiavocampo e lo stiamo portando in giro in Irlanda e in Germania prevalentemente…Poi per i fatti miei ho imparato ad usare Reason e Pro tools e per divertimento mi sono inventato questo mio alter-ego elettronico che chiamo in modo molto poco originale I.M.G. come le mie iniziali più l’articolo (risate)

    In questi due progetti l’elettronica ha un ruolo chiave.

    Nel nuovo EP non avete usato elettronica però… sarà così anche nel disco?

    M: No, ci sono solo delle parti suonate con il sintetizzatore e delle pentole! (risate)
    Per il disco vedremo… E’ possibile… Deciderò con gli altri le prossime direzioni sonore.




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